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Queste letture giapponiche da cui faccio scaturire questi pensieri mi ricordano quanto un inevitabile mortorio è l'università, comunque... ma come è possibile? Ma lo dico realmente... sembra proprio che la gente voglia quasi non esistere; e allora non succede nulla di che, per spingere ad esistere, da queste parti. 😮💨
Attività abituali, a parte lo studio (a vuoto eheheh perché mi sa che questa laurea sarà difficile prenderla eheheh la nebbia mi avvolge il pezzo di carta è leggenda), non ce ne sono, punto. Ogni tanto capita l'evento o la conferenza, a volte anche interessante, ovviamente, però tutto sommato non c'è alcun motivo di andarci in maniera non comandata. Per giunta, volendo contare anche solo le attività meno istituzionali (più dal basso, ad esempio dalle associazioni), anche solo come eventi una tantum, c'è veramente mancanza... l'unica cosa che ogni tanto appare sono manifesti per serate in discoteca, quindi roba non solo non costruttiva, ma che non è neanche tangenzialmente universitaria (la gente sarà quella, ma tempo e luogo sono tutt'altri). 🥦
Al liceo e alle medie pure pensavo fosse un mortorio, ai tempi — e oggettivamente credo ancora lo sia, rispetto al Giappone — ma a confronto... wow, la vuotezza adesso è proprio reale. Vero che qui abbiamo il WiFi e a scuola no ma, a parte che è quella merda di eduroam, quindi non c'è molto da gioire, per il resto non c'è niente... niente attività extracurricolari o cose superfurbuffe. O meglio... sembra in realtà che queste ci siano, ma davvero solo o per gli ultraparcheggiati, o per quelli che fanno la magistrale; principalmente noi semi-matricole ci mangiamo l'aria. 🙌
Manco a farlo apposta, parlando di Giappone, è arrivata stamattina questa email dall'università: sono aperti i bandi per fare tirocinio al padiglione Italia dell'Expo 2025, ad Osaka. Tralasciando che con solo un mese di preavviso non potrei andarci comunque in un paese estero così diverso dall'Italia, altrimenti non so che cazzo mangiarmi, perché ho dei problemi, ma sono problemi miei... i requisiti sono impossibili. Media degli esami di 25/30, e 120 fottuti CFU, che tradotto significa: se fai una facoltà dove già solo arrivare al 18 è difficile (informatica), lì a lavorare (mica a cazzeggiare eh, lavorare!) non ci vai, e in ogni caso anche non mancando nessun esame a 120 CFU ci arrivi solo al terzo anno (io sono al secondo). 🦧

Secondo me c'è, detto francamente, un generale disinteresse: un po' perché da quando Internet si è diffuso tra le masse la società ha statisticamente iniziato a peggiorare e questo è, non potremo essere mai felici perché il contatto umano non esiste più; un po' perché chi sta ai piani alti è veramente troppo vecchio, e non solo non può davvero capire gli studenti di oggi (questa che faccio io non è una lamentela solo mia, è mediamente diffusa), ma si sarà dimenticato pure di com'era essere studente ai suoi tempi. Anche perché, e chiedo scusa se lo menziono di botto, se la situazione non fosse di un nichilismo totalizzante non ci sarebbero stati eclatanti suicidi nell'ambiente del campus, tra cui uno proprio ieri.
E quindi, pazienza. Altri atenei mi sembra di capire che abbiano più supporto pratico e passatempi per più gente, in parte anche modi per staccare sul serio, ma in realtà credo che la situazione sia un po' così tragica quasi dappertutto, più o meno (triste anche in Giappone, altrimenti ci sarebbero più manga ambientati all'università). Mio cugino studia in conservatorio in Svizzera e lì è relativamente assurdo: puoi persino fare lavori part-time vari per l'istituto, per fare qualche soldino così; in Italia roba del genere, che pure sarebbe sfizioso se si decide di voler spendere del tempo vuoto diversamente, non solo non è mai pervenuta, ma non l'ho manco mai sentita. Si vede che rimarrò a casa a marcire!