“Can I just rip my face off?” — “Posso semplicemente staccarmi via la faccia?”

Oggi sono veramente cucinata internamente... per nessuna ragione sensata. La giornata ovviamente non è andata male, affatto, però personalmente mi sento veramente cagata a pressione, un pochino. In senso letterale, sarà perché stamattina presto dovevo fare l'atto grosso, ma alla fin dei conti non è uscito niente — se non una quantità tale di aria da scombussolarmi la pressione interna, mi sa — ma non penso sia quello il problema, perché poi più tardi nella giornata ho fatto, e bona, mi è passato subito anche il leggero male al pancino. E allora, che cazzo accade?!?!?! 🤯
Forse il problema sarà che... stamattina avevo da fare il mio... nel mentre che pensavo ad almeno altre 2 cose. Quindi, nel resto della giornata avrò fatto tipo altre 3 cose... nel mentre che pensavo forse ad altre 6 cose. E alla fine qualcosina si conclude sempre, ma l'anima si logora, e vorrei ben vedere. E anzi, contemporaneamente, mi sento anche leggermente spaccata, e mi sembra che alcune cosine stupide mi sfuggano, quindi direi che anche la mente e il corpo si stanno logorando... ma non posso tornare all'esclusivo rotting regà, devo fare le cose, pure se il prezzo da pagare è così alto e severo (ed ingiusto). 😟
Quindi, boh, la soluzione sembrerebbe essere veramente solo lo staccarmi la faccia di dosso. Distruggere, spaccare, scorticare, mutilare, violentare, eliminare... l'urgia è specialmente forte quando capitano quei momenti fastidiosi in cui le distrazioni non ci sono o non sono abbastanza potenti, tipo quando si mangia a tavola e il pasto dura troppo tempo, oppure quando si sta nel lettino tentando di cadere nel sonno eterno, facendo sempre grande fatica a tenere le mani ferme. Ma purtroppo subirei ritorsioni se facessi ciò che ritengo necessario, quindi la teoria secondo cui sono nata per soffrire non può che essere riconfermata. 💔
Su una nota meno disperata, ma non di chissà quanto... si può anche dire che sto letteralmente perdendo pezzi. Stamattina, mentre correvo per non perdere l'autobus, su quella lieve salita ultrastancante maledetta, mi sono caduti per terra gli auricolari — da non ricordo se la tasca della felpa, estremamente striminzita ed esposta, oppure da quella dei pantaloni, dopo che avrò tirato fuori un fazzoletto per raccogliere il mio muco marcio dal naso — e per fortuna che hanno fatto un leggero rumore ed urto sulla scarpa, quindi me ne sono accorta, altrimenti rischiavano di svanire per sempre. E, su una nota spaventosamente simile, al mio ritorno a casa cercavo il mio cavetto USB nello zaino, e sono stata un minuto sano a ravanare lì dentro, quasi sull'orlo di impanicarmi... fin quando poi non l'ho trovato, anche questo miseriosamente, lì per terra, sotto i miei piedi. Vorrei staccarmi pure le mani. 🤥
